Esplorando il Fascino Storico del Vomero: Una Vista Panoramica sulla Storia di un Quartiere Napoletano Unico
Le Radici Romane, la Ruralità e le epoche successive
Durante l'epoca romana, il Vomero era una zona prevalentemente rurale, caratterizzata da pittoreschi uliveti e ville sparse. Tuttavia, con il passare del tempo, questa tranquilla area ha iniziato a vedere cambiamenti significativi.
Le prime notizie di costruzioni importanti e significative risalgono al 1300.
Uno degli edifici storici di maggior pregio di quel periodo e Castel Sant'Elmo costruito nel 1329.
Castel Sant’Elmo è un castello medioevale, adibito a museo sito sulla collina del Vomero nei pressi di San Martino. Questo possente edificio (il primo castello per estensione della città), in parte ricavato dalla viva roccia (tufo giallo napoletano), trae origine da una torre d'osservazione normanna chiamata Belforte. Per la sua importanza strategica, il castello è sempre stato un possedimento molto ambito: dalla sua posizione (250 m slm.) si può osservare tutta la città di Napoli
Altro edifico importantissimo e La Certosa di San Martino, costruita nel 1325 monastero dell'ordine dei certosini, che costituisce uno dei maggiori e più estesi complessi monumentali religiosi della città e, assieme alla reale cappella del Tesoro di san Gennaro, uno dei più importanti e riusciti esempi di architettura e arte barocca poiché fulcro della pittura napoletana del Seicento. La sua complessa articolazione spaziale comprende circa cento sale, due chiese, un cortile, quattro cappelle, tre chiostri, giardini pensili e vari altri spazi ancora.
Non meno importante è: Villa Carafa di Belvedere, Villa monumentale che fu costruita come palazzo "fuori porta" nella seconda metà del seicento, sul versante occidentale della collina del Vomero (attuale via Belvedere), dal dovizioso mercante e banchiere Ferdinando Vandeneynden, sui resti di un antico "casino di delizie" appartenuto agli Altomare.
L'Epoca dell'Eleganza Borghese nel XIX Secolo
Il vero punto di svolta per il Vomero è arrivato nel XIX secolo, quando la borghesia napoletana ha deciso di trasformare la collina in un quartiere residenziale prestigioso. Il principe Caracciolo di Vico fu tra coloro che contribuirono a questo sviluppo, costruendo una sontuosa residenza che simboleggiava l'eleganza dell'epoca.
Successivamente nel giugno 1815 Ferdinando IV di Borbone acquistò per la moglie Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, la tenuta del principe Giuseppe Caracciolo di Torella, ampio appezzamento sulla collina del Vomero, dove si ergeva una imponente villa che, in onore della moglie, chiamò appunto Floridiana.
Villa in stile neoclassico con l'ampio parco “Parco della villa floridiana” di stile romantico. Viali e sentieri furono sistemati a verde dal direttore dell'Orto botanico di Napoli Friedrich Dehnhardt che ornò il parco con 150 specie di piante tra cui lecci, pini, platani, palme, bossi e una ricca collezione di camelie.
Al termine dei lavori il complesso comprendeva due ville, villa Lucia e villa Florìdia, un teatrino all'aperto detto “della Verzura”, un tempietto circolare d'ordine ionico, finte rovine e serre, tutto rigorosamente in stile neoclassico.
Altre dimore storiche di personaggi illustri furono costruite sulla collina del Vomero in quel periodo, una di queste e Villa La Santarella, una struttura di interesse storico-artistico di Napoli, situata in via Luigia Sanfelice, all'angolo con via Filippo Palizzi.
La villa prende il nome da una delle commedie di maggior successo di eduardo scarpetta, chiamata appunto Na santarella.
eduardo scarpetta fu il più importante attore e autore del teatro napoletano tra la fine dell'ottocento e i primi del novecento, capostipite della dinastia teatrale degli Scarpetta-De Filippo “Peppino, Eduardo e Titina”. Creò il teatro dialettale moderno, ancora oggi in uso
L'edificio, in stile Liberty napoletano, fu costruito come un piccolo castello, in stile neorinascimentale, per il celebre commediografo eduardo scarpetta, verso la fine del XIX secolo secondo precise direttive del commediografo stesso.
Di forma squadrata, in origine di due livelli poi portati a tre, è scandito agli angoli da quattro torrette sporgenti e merlate, motivo per cui Scarpetta una volta asserì: "pare nu cumò sotto e 'ncoppa!" (sembra un comò sottosopra).
Sulla facciata Scarpetta fece scrivere: "Qui rido io", volendo intendere che, se il suo pubblico avesse riso a teatro delle battute delle sue commedie, in quel luogo di delizie sarebbe stato lui a ridersela.
Dal Dopoguerra alla Rinascita
Il Vomero non ha sfuggito ai tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale, subendo danni devastanti a causa dei bombardamenti. Tuttavia, la tenacia e la determinazione della comunità hanno portato alla ricostruzione del quartiere, conservando al contempo il suo fascino storico.
Il Cuore del Vomero: Piazza Vanvitelli e Oltre
Piazza Vanvitelli è diventata il cuore pulsante del Vomero, circondata da edifici storici e vivacissime attività commerciali. Le strade del quartiere sono adornate da eleganti negozi, ristoranti e caffè, creando un'atmosfera unica e invitante.
Il Vomero Oggi: Un Melting Pot Culturale e Commerciale
Oggi, il Vomero è un crocevia culturale e commerciale, amato sia dai residenti che dai visitatori. Le sue strade animatissime, la varietà di attività culturali e le viste mozzafiato continuano a rendere questo quartiere un luogo imperdibile nel panorama napoletano.
In conclusione, il Vomero non è solo un quartiere, ma un viaggio attraverso la storia di Napoli, un susseguirsi di epoche che si riflettono nelle sue strade acciottolate, nei suoi palazzi storici e nei sorrisi dei suoi abitanti. Un luogo che abbraccia il passato mentre abbraccia il futuro con entusiasmo.
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