Stop alle case che consumano troppa energia

Stop alle case che consumano troppa energia

La proposta della Commissione europea ora sta prendendo forma. Il testo dovrebbe avere il primo via libera il prossimo 24 gennaio per poi concludere il suo iter entro marzo.

La direttiva però arriva al Parlamento UE con alcune modifiche rispetto alla proposta iniziale: la più importante, è quella che almeno per il momento non sono previste sanzioni o limitazioni alla vendita e alla locazione degli immobili che non si adegueranno per tempo ai nuovi requisiti di classificazione previsti per i prossimi decenni.

Le nuove tappe previste dalla Ue 

  • entro il 2030 si dovranno rendere più efficienti gli immobili in classe F e G;
  • entro il 2033 quelli in classe E;
  • entro il 2040 gli immobili in classe D;
  • entro il 2050 tutti gli edifici dovranno essere a emissione zero.

La parola ora agli Stati membri

Va ricordato che l'iter che sta per iniziare il 24 gennaio e che porterà la direttiva ad essere approvata dal Parlamento UE probabilmente a marzo, è solo un primo passo: in seguito la direttiva dovrà essere recepita dai singoli Stati. Ci sono quindi aspetti da riguardare e che dovranno guidare la regolamentazione nazionale verso edifici sempre più sostenibili. Affinando gli standard minimi in edilizia.

Visti gli obbiettivi che si vogliono raggiungere, dovranno essere rivisti tutti i regolamenti su edilizia, impianti e materiali. Una cosa che però richiede pianificazione e tempi certi fin da subito. Le nuove prescrizioni, poi, impatteranno tanto sugli edifici di nuova costruzione quanto su quelli esistenti.

Per la Commissione europea, iniziare a ridurre le emissioni di gas serra è un passaggio fondamentale per conseguire l'obbiettivo delle emissioni zero entro il 2050; e gli immbili sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, visto che tre quarti degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico. 

Tuttavia il nostro paese dovrà pianificare per bene, e regolamentare per bene questa nuova norma Europea una volta recepita, se si pensa che in Italia circa il 60% e forse oltre, degli edifici è oggi in classe F e G, si capisce quanto sarà impattante per molte famiglie anche solo il passaggio in classe E. Per il salto di classe, infatti, occorre ridurre i consumi energetici di circa il 25%: riduzione che si ottiene solo con interventi come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi o la sostituzione della caldaia con una nuova a condensazione. Quello che è certo è che la spesa per avere edifici più sostenibili non deve gravare sulle tasche dei cittadini, per molti dei quali la casa rappresenta l’unico patrimonio o fonte di reddito.

Ben venga dunque l’adeguamento solo se accompagnato da incentivi facilmente accessibili, dove però i sia un controllo dello stato per evitare in nuovi spechi. Inoltre i proprietari devono poter vendere e affittare gli immobili semplicemente presentando la certificazione dello stato di fatto in cui si trova l’immobile al momento della vendita o della locazione; spetterà poi all’acquirente fare i lavori approfittando degli incentivi. Rimane evidente che sarà il mercato stesso a valorizzare gli edifici che hanno adeguato la loro classe energetica, penalizzando quelli non ancora efficientati. 

 

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